Dal complesso di quelle qualità, in grado eminente dal senato romano, e più specialmente ancora dal dittatore Fabio Massimo possedute, fù alla republica di Roma nell'imminente pericolo di esser soggiogata da Annibale, nel più grave della sua esistenza, aperto alla salvezza, lo scampo. Quelle parimenti resero l'immortale Gustavo Vasa, capace di riunire i Dalecarliani a danno del Clero, e dei Danesi, che la sua patria opprimevano, col qual mezzo riportò la vittoria, ambi quegl'acerrimi nemici compiutamente distrusse e la libertà in Isvezia sodamente fermò. Nei monti della Svizzera, al principiare del XIV. Secolo, i cantoni d'Uri, di Schwitz e d'Underwald, i primi che lo stendardo della libertà contro la potenza austriaca spiegarono; non avrebbero riescito, se quelle virtuose qualità fossero in loro state scarse, o mancanti. Lasciati soli per lo spazio di otto intieri anni dagli altri cantoni, da tutti abbandonati, senza altre risorse, che la loro decisione ostinata, non dimeno sempre evitando di venire ad una battaglia, finattantochè non si conobbero all'armi bene ammaestrati, contro i loro tiranni si sostennero, e quindi dopo quegli otto anni di continua scuola in scaramuccie, in che avevano a disprezzare il nemico imparato, la tanto memorabile, e gloriosa battaglia di Morgarten presentarongli, nella quale una compiuta vittoria riportarono, e stabilirono la libertà del loro paese. Alla fama di questa gloriosa giornata da pochi montanari male armati, e sofferenti ogni sorta di privazioni, brillantemente affrontata, e vinta contro un nemico in numero eccessivamente superiore, ed un esercito agguerrito, e ben disciplinato, di tutto il bisognevole, provveduto; il mondo intero applaudì, ed immediatamente dopo, a quei tre non mai abbastanza commendati cantoni, quei di Lucerna, e Zurigo, si aggiunsero, e quindi Glaris, Zug, e Berna il loro esempio seguirono.
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