Ecco quanto da Carlo Botta viene in proposito riferito, al libro ottavo, pag. 159, della storia di quella(131) guerra: "Non solo si penuriava di vettovaglie, che anzi in tutti gli altri servigi della guerra si provava un'estrema scarsezza o piuttosto(132) carestìa di tutte le cose. Mancavano soprattutto le vestimenta tanto necessarie alla sanità, ed alla elevazion d'animo de' soldati, i quali laceri, e nudi creduti gli avresti piuttosto altrettanti paltoni che difenditori di una patria generosa. Pochi avevano una camicia, molti metà di una, la maggior parte, nessuna. Molti, per difetto di calzamento, portavano nudi i piedi sulla gelata terra. Coltri per la notte, poche se ne avevano, o nessuna. Quindi è che molti ammalavano. Altri in buon numero, inabili per freddo, o per la nudità ad alcuna militare fazione, per consentimento de' capitani, se ne astenevano, i quali o gli lasciavano stare, senza che ne uscissero mai, o nelle capanne, o nelle più vicine masserie, gli collocavano. Poco meno di tremila soldati si trovavano in tal modo per l'inclemenza della stagione, e per la miseria del vestito, affatto incapaci a potere il debito loro operare." Ed alla pag. 161 dello stesso libro: "Nè solo si travagliava per le cose sovradette, ma ancora per la carestìa degli strami. I soldati rotti dalle fatiche, infievoliti dalla fame, aggrezzati dal freddo nelle fazioni loro diurne, e notturne, avevano nelle capanne in vece di letto la nuda ed umida terra." Ed infine alla pag. 164 suseguente: "È certamente nessuna cosa si potrebbe ai disagi, che l'esercito Americano ebbe a provare durante quest'inverno, equiparare, fuori della pazienza e della costanza pressochè sovrumane, colle quali gli sopportarono(133). Non è però, che molti disertando le insegne, non si conducessero, in questo, spallegiati dagli amici del re, all'esercito brittanno in Filadelfia.
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Carlo Botta Americano Filadelfia
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