Ma erano questi per lo più Europei, i quali si erano posti ai soldi dell'America. I natii con egregio esempio di bontà cittadina, e forse ancora per la venerazione grandissima, ed amore, che al capitano generale portavano, si mantennero perseveranti; ed amarono meglio far dura con gli estremi della fame e del freddo, che mancar in sì pericoloso frangente della data fede alla patria loro. A ciò anche contribuì non poco la costanza dei capi dell'esercito, i quali tollerarono in sè medesimi con allegro animo tutte le fatiche; e tutta la strettezza del vivere in cui erano ridotti." E di qual ostinazione non ebbe duopo, quel modello degli eroi della libertà, l'immortale Washington, per mantenersi saldo in mezzo a tante contrarietà che minacciavano la sua rovina! Il succitato autore così si spiega alla pag. 174 a questo riguardo: "Ma Washington, al quale tutte le narrate pratiche non erano ascose, non solo non se ne sgomentava, ma non se ne alterava; e non che si mettesse in mal umore contro la sua patria, siccome sogliono fare in simili casi gli uomini o deboli di mente, od ambiziosi, nulla rimetteva del suo zelo nel far ciò ch'egli credeva al debito suo appartenersi. Certamente mostrossi in quest'occorrenza molto vincitore di sè medesimo, e diè prova di animo temperato e constante. Si trovava egli in mezzo ad uno esercito perdente, penurioso d'ogni bene, afflitto dalla presente fame. Risplendeva nel medesimo tempo Gates, per la fresca vittoria, e per l'antica fama della militare sperienza, i diarj publici lo laceravano, le lettere anonime lo accusavano, i Pensilvanesi nelle lettere publiche acerbamente il riprendevano, i Mussaciuttessi gli puntavano addosso, il congresso stesso nicchiava e pareva lo volesse digradare.
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