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      Prima che si fossero alle porte di Napoli, i schifosi Tedeschi presentati, il rinomato generale Pepe, già erasi a Castellammare per la Spagna imbarcato; e circa il tempo, che il generale Latour, ed il goto Bertischneider entrarono in Torino, i generali piemontesi Regis, Ansaldi, e Vaudencourt, unitamente al conte di Santa Rosa, ministro della guerra a Genova, pure i tre primi per la Spagna, ed il quarto per la Francia s'imbarcarono. Privi adunque i caporioni di quel tempo della maggior parte delle essenziali qualità per la riescita delle imprese di gran momento richieste, non è gran fatto da stupirsi, se quel sublime progetto essenzialmente italiano, fù dagli stomacosi Goti, in un subito sossopra mandato. L'accorgimento della maggior parte di coloro, che dai capi dipendono, atto non è in rivoluzione, a quelle colorate cagioni penetrare, che ad operare piuttosto in uno, che in altro modo li muovono. Propensa la multitudine a credere calcolo ciò, che non è, che inerzia, moderazione la debolezza, amor di patria temperato, e ragionevole ciò, che in fatti non è, che amor proprio mascherato, non può fino alla catastrofe, dello sbaglio in che cadde, rimaner convinto, quando già sobissata, non è più di rimediarvi fattibile. Sorpresi, ed afflitti i veri figli amanti della patria, quando lo stato infelice delle cose contemplano, a che l'imperizia, o malvagità di coloro, ne' quali avevano la loro confidenza riposta, li condusse; stretti da inaspettati avvenimenti funesti, che si succedono, in quel generale sconcerto e non sapendo in chi avere, di non essere ingannato, fidanza; debbono alla forza nemica meglio diretta, per non poter altro, darla vinta; maledicono i loro caporioni, e di andar più guardinghi un'altra volta nella scelta, prendono deliberato proponimento.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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