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      Ed ecco in qual modo i suoi raggi tanto estesi, e separati dal centro, si possono in breve agevolmente combattere, ed annichilare. Oppure s'appiglierà egli al più prudente partito di abbandonar la sua posizione, e così libera quella parte rimarrà dalla funesta sua presenza. Lo scopo oggidì nella guerra regolare non si limita più a respingere il nemico, alla possibile lontananza, ma bensì di occupare i luoghi che gli elementi della sua potenza racchiudono; si vince solamente fino a un punto determinato; si espelle da una posizione, e fino ad un'altra s'insegue, sia dove sia giudicato a proposito di fermarsi, sempre tenendo il pensiero a non consumare tuttii mezzi rivolto, avvegnacchè, quasi più le cose, che gli uomini, sono nella guerra considerate. Ora gl'Italiani conoscendo, che per sottrarsi ai mali da che sono travagliati, nessun altro mezzo, se non una determinazione d'impedire l'avanzamento del nemico, loro rimane; ritireranno ai monti le mandre i frutti, i cereali, e lascieranno il terreno, arido, e devastato, romperanno le strade; ed in quelle scaveranno grandi e profondi fossi trasversali; nei passi, e luoghi angusti dove avranno la certezza, che il nemico debba passare, praticheranno mine sotterranee, dando alla miccia lo scoppio al momento probabile, secondo il calcolo, che il nemico siavi sopra, e quand'anche lo scoppio prima, o dopo avesse luogo e non gli cagionasse danno, sarà sempre d'un utilissimo effetto per noi, a cagione che perturberà alla sua truppa la mente, e gl'infonderà panico terrore.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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