Un bel giorno, fatto per buona ventura scorto d'aver i Francesi un distaccamento di venti dragoni da Madrid a Parla, paese immediato a quello di sua residenza mandato, onde quel punto guarnire, e cui dovevasi ogni otto giorni dare lo scambio, egli non volle una sì felice opportunità, onde mettere in esecuzione il maturato progetto, trascurare. Epperciò in una sua cantina, di notte tempo sei o sette buoni amici tanto decisi com'esso, riuniti, che tutti di commun accordo convennero dell'intrapresa, e loro capo o condottiero lo chiamarono, a dare s'accinse i convenevoli provvedimenti all'uopo. Armaronsi gli uni con pugnali, e con vecchie lunghissime rugginose spade spagnuole gli altri, e con tali preparativi tutti nel loro ferrajuolo ben bene imbaccuccati, quatton quattone, dalla cantina uscirono, e ciascuno per un punto differente,
a Parla, verso il luogo previamente destinato, si diresse. Quindi nella vicinanza dell'albergo riuniti dove tranquillamente(162), e senza timore se ne stava il distaccamento di dragoni, Palarca, che di sorprendere la sentinella, erasi l'incarco addossato, mentre quella coll'arma al braccio confidentemente davanti la porta sù e giù passeggiava, a poco a poco, in sembianza d'uno, che se ne andasse a sollazzo, passo innanzi passo, le andava attorno, e quando vidde a portata, ed il soldato dargli le spalle, getta di brocco il suo mantello a terra, sguaina nello stesso tempo l'irrugginita spada, avventasi furiosamente alla scolta, e ad occhi chiusi, conficcagli nelle reni, l'acciaro, così esclamando: Patria mia infelice, questa prima vittima ti sacrifico!
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