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      Egli è un uso generale negli eserciti europei regolari, quello di vivere di pane, e di biscotto; non può il soldato caricarsi di pane per più di quattro giorni, e di biscotto per più di otto, ed anche in casi rarissimi. Quando il maresciallo Massena, dopo la battaglia di Busaco, mise il suo esercito dalla fortissima linea di Torresvedras, in ritirata, caricò ciascun soldato per quindici giorni di viveri, ma ne avvenne quindi, che il soldato dalle fatiche, e lunghe marcie, non meno che da quella soprassoma soverchiamente lasso, ne gettò via una gran parte, ed al quinto giorno già pativa di bel nuovo la fame. Non potendosi nel campo, il pane, e biscotto preparare, perchè vi vogliono forni per cuocerlo, e parecchi giorni per quelli construire, è necessario che vengano alle spalle dell'esercito, ed a poca distanza del campo magazzeni di riserba stabiliti, dai quali escano le regolari necessarie distribuzioni di provianda. Oltrecchè, questo modo di guerreggiare non si potrebbe in un'insurrezione nazionale, senza pericolo di grave danno praticare, per la mancanza totale di magazzeni, e di quei regolati dipartimenti, l'esistenza de' quali nel nostro caso, più danno per avventura, che vantaggio, al paese arrecherebbero, la confusione inevitabile in quei primi movimenti aumentando, in vece di toglierla. Imperciocchè hanno quei commessarj, più ad arricchire sè stessi, che al bene comune per l'ordinario la mira; di fatti quelli ch'erano alla provianda dell'esercito republicano francese destinati, un chiaro, e funesto esempio ce ne forniscono, tanto nella prima come nella seconda volta che scesero a divastar l'Italia.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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