Una di quelle si fù, di far un giorno prima della sua partenza, un piccolo distaccamento cautamente avvanzare in osservazione di Talavera. In fatti l'uffiziale che lo comandava, vidde alla mezza notte un uomo giungere ben bene inferrajuolato ch'ei conobbe essere un cameriere di gran confidenza del magnate di cui si tratta. Tosto lo arrestò, e quindi facendolo spogliare, ed attentamente ogni parte delle sue vestimenta esaminare, gli trovò nelle pieghe dell'abito, nascosto un biglietto del suo padrone al comandante francese diretto, dal quale vennero le sue perfide intenzioni, ed iniqui progetti in chiara luce. L'uffiziale, tenendo prigione il portatore, mandò il biglietto a Mir, che prima di arrivare al paese, lo ricevette, ed affrettando subito la marcia, entrò, e subito preso il delinquente, prigione, se ne partì; postolo quindi sotto giudizio in un consiglio di guerra verbale, stava sul punto di essere sentenziato a morte, quando i suoi parenti tra i quali v'erano molti, che godevano della riputazione di eccellenti cittadini, con preghiere, ed allegando l'inconsiderata gioventù del criminale, e soprattutto l'infamia, che credevano dovesse sopra loro pel supplizio di un parente, giudicato come traditore della patria, ricadere, cercarono d'impetrare il suo perdono da Mir, che solo poteva con un atto di pietà, da quello stato terribile salvarli, offrendosi di obbligare il reo a fare un sagrifizio de' suoi beni alla gravezza del suo delitto, corrispondente, da che più utilità a
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Talavera Mir Mir
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