Ed è ben giusto, perchè altro veramente non sono, che agenti ciechi, disprezzevoli strumenti del tiranno, ed il trastullo dei cortigiani, che fangli, come burattini, sulle piazze ballare; ma ben contrario a questi scherani, essendo colui, che per la patria intraprende a militare, le sue volontà, e le sue opere, non avendo altro fine, che la riuscita del gran progetto, si vergognerebbe quegli di pensare ai vestiti, ai bagordi, ed alle dissolutezze, siccome vizi che lo stabilimento di un libero vivere civile impediscono, ed alla riputazione di chi da loro è dominato, grave arrecano danneggiamento. Epperciò, non avendo tanti bisogni da soddisfare, mai non troverassi nella necessità di uno stipendio.
I soldati Ateniesi sempre gratuitamente servivano, finattantocchè Pericle introducendo il lusso, non gettò il primo germe della rovina della repubblica, e di assegnare un salario ai difensori della patria, non fece nocevolissimo divisamento. Prima di quell'epoca, in tutta la Grecia guerreggiavano i militi a loro proprie spese; ma egli è bensì vero, che in quei tempi, guerre che non fossero utili e necessarie, mai non s'intraprendevano. In caso solo d'aggressione, o nella speranza di far bottino, correvasi alle armi; ed agiva ogni milite per sentimento di propria utilità, e gli eserciti pochissimo dal paese da dove erano usciti allontanavansi.
Viene da Tito Livio(189) riferito, che i Romani servivano a loro proprie spese, nè mai pel loro proprio servizio fino all'anno 347; ricevettero alcun salario, e possiamo dal sovra-esposto farci chiaramente capaci, non esser quando si voglia, cosa impossibile far la guerra, senza che sia l'assegnamento della paga, necessario.
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