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      S'intende però, ch'ei debba lasciar alle municipalità il diritto di farne la partizione, e solo udire le lagnanze di coloro, che si possano credere ingiustamente aggravati, esaminarle con maturità, e se le trova fondate, mettervi all'istante riparo. Altri fondi esistono pure in molte parti, chiamati pii, cioè, destinati ad opere pie, come al culto di Dio, alla riparazione e lusso delle chiese, a messe, a processioni, ed a mantenere alcuni ministri della Religione. Tutti quei fondi debbono essere nelle mani del condottiero, senza eccezione, versati, per una guerra sostenere nella quale per l'unione, l'independenza e la libertà della nazione, si combatte. Qual culto migliore potrebbesi rendere a Dio che quello di sostenere le sue opere, e collocare le creature nella posizione, per la quale egli stesso creolle? Sarà forse da considerarsi come cosa ragionevole, che si riparino i tempi, quando la patria è in rovina, e che si faccia in quelli, pomposa mostra d'un'insultante lusso, quando il popolo intiero geme nella miseria; e nell'oppressione? Sarà ella cosa giusta, lo spendere in suffragio di morti, capitali che tanto giustamente possonsi in un reale benefizio, pei vivi, impiegare? Sarà egli giusto, ed onorevole, spendere i fondi in processioni, l'origine delle quali, non fù altro che una stupida, e superstiziosa vanità, solo atte generalmente, al divertimento, e corruzione degl'ignoranti del popolo, mentre possonsi ad un'uso non meno utile che nobile, applicare? E finalmente dovrà ella prudenzial cosa supporsi, che al mantenimento d'alcuni di quelli che si fregiano da per sè stessi, del titolo di mediatori tra Dio e gli uomini, che vivono nell'ozio, ed anche nel vizio (e che forse per essere vili strumenti della tirannia, traviano, con le loro prave macchinazioni e detestabili consigli, il popolo dal retto sentiero) è forse giusto io dico, che s'invertano quei fondi sù de' quali tanto diritto tiene la Patria, quando i suoi difensori mancano del necessario, e si vedono, per ottenerlo, nella dura necessità di metter mano perfino ai beni dei loro concittadini, fra i quali sono compresi gli amici, prossimani, parenti e fino i loro genitori stessi?


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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