L'esperienza ci prova il contrario. Sarebb'egli dunque prudente di lasciar la patria soccombere, per evitare un male, che deve sempre essere di corta durata? Sarebb'egli giusto di mettere le cose, che sono le più sacre, e care agli uomini, il bene generale, la libertà, ed esistenza politica di una nazione, a rischio per liberare qualche innocente, o indiscreto, dall'essere la vittima di un necessario disordine? No: le future generazioni, con ragione un tal procedimento tratterebbero di barbaro, ed ingiusto. Se dunque non puossi il pericolo evitare, se sarà indispensabile, che, nell'orrendo abisso da coloro, che anelano la disgrazia della patria, scavato, alcuni disgraziati innocenti si precipitino(205), cadano! Saranno altrettanti involontarj Curzi, per la salute di Roma offerti in olocausto.
CAPITOLO XII.
DELLA SPIAGIONE.
Perplesso continuamente, e come confuso, nelle operazioni da divisare, ed eseguire, quel condottiero senza dubbio sarebbe, e correrebbe, una banda, ogni giorno, il maggiore, ed il più imminente rischio di essere sorpresa e distrutta, se dell'esatta informazione del paese dove fa la guerra, dei vantaggi, che può trarre dalla sua situazione, e la conoscenza perfetta dell'esercito nemico, quanto della sua stessa truppa, il comandante d'una banda mancasse; al quale neppure debbono i predetti conoscimenti bastare, ma deve altresì, il numero non meno, che la qualità delle truppe contrarie essergli, per certissimi avvisi, totalmente palese, come pure l'indole del generale nemico, e dei principali comandanti; il sito dei quartieri generali, dei parchi, delle riserve; la loro posizione negli alloggiamenti, se concentrati, o divisi; i mezzi per avere strami, vettovaglie, e munizioni, dal nemico praticati.
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Curzi Roma Saranno
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