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      Cipolle, formaggio, olive, e ben anche ghiande, un pò di carne, un pò di vino, se possa ottenersi, e ma che però non sia, pel volontario, un bisogno indispensabile, ecco ciò che dev'essere il suo miglior nutrimento. Sarà pregio dell'opera di proporre in parte, per esempio, quanto venne dei Romelioti e Sullioti, nella relazione sugli avvenimenti della Grecia nel 1823, dal nostro Pecchio, riferito: "Essi non conoscono nè tenda, nè letto, nè tetto: il loro letto è il cappotto; una pietra n'è il capezzale; il tetto, un cielo sempre sereno. Per tutto il tempo della campagna non si spoliano mai, nè si mutano la camicia; sono quindi orribilmente sucidi. Ma in compenso, le loro armi sono nitide, e splendenti sempre mai. Quando si svegliano, il primo loro pensiero è di pulire e mettere, in tutto punto, le loro armi. Sono estremamente vaghi di belle, e ricche(232) armi. Quest'armi, raggianti d'oro, e d'argento, con quella loro annerita, lurida camiscia, fanno uno strano contrasto. Non hanno quindi nè mocciglia nè sacco per riporre alcuna cosa. Ben fatti in tutte le parti del loro corpo, sono forti come leoni, e svelti come caprioli. Ho veduto i bei granatieri di Napoleone; conosco le belle guardie inglesi, ma i Sullioti mi sembrano ancora più belli. Il loro portamento, i loro gesti sono teatrali, essi sogliono combattere sparpagliati, ognuno di loro sceglie il suo posto. Non sono avvezzi a combattere a corpo scoperto; a guisa degli antichi che si coprivano collo scudo, essi si appiattano dietro una pietra che li protegge.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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