Siccome, nel caso di essere dal nemico stretti, o circondati, č mestieri, che ciascuno degli individui della banda, cerchi da per sč stesso individualmente un modo di salvezza, ed alle volte passi per mezzo dei corpi nemici, onde poi andarsi in un punto previamente dal condottiero, stabilito, di bel nuovo a riunire; ne avviene, che la conoscenza esatta, e minuta del paese, sia non meno al volontario, che al comandante, necessaria, dovendo ambi due, dei passaggi meno conosciuti, profittare, nelle selve foreste, rocche, e caverne, momentaneamente nascondersi, all'erta dei monti poggiare, e pe' macigni arrampicandosi, ricomparire all'improvviso(235), e quindi fuggire.
Sottomesso(236) al condottiero, cui in ogni tempo, e luogo, presta implicita obbedienza, inesorabile coi nemici, moderato ne' suoi bisogni, attento, ardito, e prudente nel disimpegno de' suoi doveri, generoso ne' suoi patrii sentimenti, ecco qual dev'essere il vero, il buon volontario, in cui sta la salvezza, e la futura felicitą della patria, onninamente riposta.
CAPITOLO XVI.
DEL CONDOTTIERO.
Mal si apporrebbe, chiunque, al nome di condottiero di bande, di cui tratterassi in questo capitolo, la norma di quei condottieri, la cui esistenza nel medio evo tanto afflisse l'Italia, e le fł di vero disonore, ravvisare credesse. Uomini avari, ed immorali, senza patria, senza sentimenti delicati, e senza amore per gli uomini, sempre al miglior offerente vendibili, non men, che al nemico stesso, contro cui combattevano, rovinando molte volte il padrone del momento, per vantaggio dell'avversario da cui loro veniva maggior premio segretamente proferto; uomini di poco valore, di molta tristizia, non saranno mai dal condottiero delle bande armate per l'unione, independenza e libertą della patria, presi per modello, nč in alcuna parte delle loro azioni seguiti.
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Italia
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