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      All'opposto, il nostro condottiero, ben lungi dall'agire, come quelli, per proprio personale vantaggio, non avrà, che il bene della patria in mira, non penserà, che all'Italia, non opererà, che pel maggior vantaggio di quella, bandirà dalla sua mente ogni considerazione, che possa dalla sublime carriera, che intraprese, discostarlo, oppure, la sua energia, e zelo pel sacrosanto scopo, che si propose, affievolire.
      Ella è principale proprietà delle rivoluzioni, di portare il vero merito in alto, e coloro dei lor gradi spogliare, che per raggiro, od impostura, astutamente gli usurparono, o che per sola eredità, quai discendenti d'illustri antenati, di possederli pretendono. Egli è ormai da ognuno, per esperienza riconosciuto, che le rivoluzioni mettono, e sostengono gli uomini a quel posto, gli obblighi del quale, sono di bene disimpegnare capaci, dimodocchè il nome d'un barone, conte, marchese, duca e principe, quale un publico pregiudicio portava alla considerazione d'illustre, e che per l'addietro, attesi solamente i supposti meriti di successione d'avi, forse, nei tempi antichi, virtuosi, sarà stato in dignità costituito, sparirà. E se il titolato, per mezzo d'un singolar cambiamento, non abbraccia con energia e coraggio, il partito della patria, cadrà costui meritamente nel fango, ed al contrario un uomo(237), per l'addietro, sconosciuto, negletto, e disprezzato, avrà per avventura(238), al maneggio degli affari dello stato, ed anche al comando degli eserciti, a vece sua, innalzato!


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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