Ecco, fra i surriferiti nomi, accanto ad un marchese, e più alto ancora, brillare un pentolajo. E sebbene di egual considerazione meritevoli, vedemmo dottori, e pastori, avvocati, e villani, e sebbene tutti nel servigio della patria distintissimi si mostrassero, nulla di meno(239), al prode Espoz y Mina inferiori apparvero, che maraviglioso bifolco, lasciò la marra, e la vanga per brandire la spada vendicatrice, ed, in grandissima parte, alla liberazione della patria sua, disinteressatamente contribuire. Che altro era mai il tanto celebrato Hofer, e certamente degno d'encomj, per propria virtù, dal popolo, al comando del Tirolo insorto, destinato? Che altro era quell'illustre vittima dell'amor di patria, e della perfidia austriaca, se non un figlio di un'oste? Eppure nell'oste Hofer, quella pura virtù riluceva, che, noi crediamo, sarebbesi in principi, duchi, etc., difficilmente rinvenuta. Imperciocchè la maggior parte di quelli, non cercano d'imporne ai popoli, che con soli titoli fastosi; e con ciondoli ridicoli, gli occhi della plebe abbarbagliare. Chiaro da quanto abbiamo detto, appare, nè la famiglia, nè il nome, nè le(240) ricchezze, ma quelle personali qualità, che fondano la loro base sopra l'amor di patria, giudizio retto, volontà di ferro, sostenuta dall'attività, perspicacia e vigore, al condottiero, soltanto abbisognare.
Egli è obbligo sacrosanto di qualunque condottiero, tostocchè per sostenere la libertà, ed indipendenza della patria, nell'agone si slancia, quello di compiere con buon successo la sua impresa, di non mai, dovess'egli pur anche incontrare una morte certa ed oscura, dal proponimento recedere.
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