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      Egli è però con ragione da temersi, che in una guerra intrapresa solamente contro la tirannìa domestica, e straniera, un maggior numero di questi vili stromenti, in vituperoso servigio di quella, si trovi. Epperciò rendonsi la diffidenza e simulazione, viemaggiormente necessarie.
      Art. 3°. Un cuore severo ed inaccessibile alle grida della pietà, da qualunque parte possano venirle, quante volte si tratti degli irreconciliabili nemici dell'unione, independenza, e libertà d'Italia.
      Di quanti mali alla causa publica e di quante disgrazie ai campioni della patria, non sarebbe cagione, il funesto errore di credere alla possibilità di trar partito da' ciechi, ed interessati stromenti della tirannia? Lungi sia quindi simile perniciosa idea dalla mente di qualunque condottiero di bande, in una insurrezione nazionale. I perversi, che sordi alla voce della rimorditrice loro coscienza, trascinati da ismodato amor di sè stessi, hanno il partito della tirannìa, disonestamente abbracciato, sono mille volte dello stesso tiranno peggiori; sono ancora più insaziabili, più vendicativi, e più irreconciliabili di lui, coi loro avversarj amici della libertà. Epperciò essere indispensabile levargli di terra tutti, esterminandoli senza pietà, è cosa bastevolmente provata, Giunio Bruto mandando al supplizio i soli due figli suoi, perchè contro il nuovo sistema congiuravano, Virginio ammazzando per la salvezza di Roma, la propria unica figlia che teneramente amava, sempre esser debbono alla mente del condottiero presenti, che non dovrà mai dare alle suggestioni dei pietosi amici, favorevole orecchio, ed il di cui cuore, solo ai laceranti gemiti della patria oppressa, deve battere, e violenti emozioni sentire.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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