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      Non ebbe egli la forza di mettere una sì pungente accusa in non cale; tentò la giornata e fu la sua banda compiutamente distrutta. Nè solo il danno alla dolorosa perdita di una banda, che di tanta utilità era stata alla Spagna, limitossi, ma trascinò dietro di sè, la somma sventura, che, per le stesse cagioni, pochi giorni dopo avvenne, vuol(255) dire la morte, e distruzione di Ventura Ximenes, e un mese dopo, quella di Francisquete. Ed in fatti, liberato il nemico dalla soggezione che la banda di Mir, colla sola sua esistenza, gli cagionava, dal momento che quella cessò, e disparve, del tutto all'inseguimento delle già dette, si potè liberamente dedicare. Per lo contrario, Cuesta nell'Estremadura, Camillo Gomez nella Mancha, e Don Giovanni Abril in Castiglia, che quando il nemico li cercava, mai non l'aspettarono, si sostennero tanti anni, quanti durò la guerra, rendendo i molti servigi alla nazione, ed essendo stati a pochissimi rovesci, soggiacenti. Dalle ricevute dello stato maggiore dell'esercito, nell'anno 1813, si rilevava, che nel corso di anni quattro, aveva il primo rimesso più di due mila prigionieri al quartier generale, senza contare il numero enorme di Francesi da lui ammazzati, soprattutto nei primi tre anni della guerra ne' quali non diede mai quartiere a chicchessia. E Gomes, oltre di aver presi molti prigionieri negli ultimi anni, ed aver in tutto il corso della guerra, ammazzati tanti nemici, quanti ne rinveniva dalle file separati, che ammontavano certamente a più di sei mila, s'impadronì, di sei, o sette convogli di viveri e munizioni.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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