Noi a tal'uopo imprendiamo a dare un brevissimo saggio sulle azioni del prode Mina, che, come modello ai nostri leggitori, osiamo di presentare.
Don Francesco Espoz y Mina, figlio come si dice, di un bifolco, era zio e successore di un altro Mina, che da studente in Navarra, all'età di soli anni venti, percorse, alla testa di una banda, stupenda ma breve carriera, perchè ben tosto nelle mani de' Francesi, cadde ferito e prigioniero. Era Espoz y Mina, frà i venti cinque e i trent'anni, allora quando al suo nipote successe. Tutto acquistò egli col suo coraggio, pazienza, ed avvedutezza. Nulla possedeva egli, di quanto, un generale, materialmente, costituisce. Ei non potea protezione offerire, nè ricompense, nè pensioni, nè ritirate in caso di sconfitta. Mina non aveva nè piazza, nè fucili, nè un tallero. Tutto in sè stesso, nella sua energia, nella sua perspicacia, copiosamente rinvenne. I Francesi lo denominarono il re di Navarra, perchè, sebbene fossero essi nel possesso di tutte le fortezze, meno erano di lui, dal popolo obbediti. Col mezzo de' suoi informatori, e dello spirito publico, che gli era interamente favorevole, sapeva egli tutto ciò, che nell'esercito nemico avveniva, conosceva i progetti che vi si formavano, ed a quelli dava, prima che si eseguissero, convenevol riparo. In somma, un distaccamento per piccolo che si fosse, non si moveva, non arrivava, non partiva, che d'ogni movimento, non fosse Mina previamente informato. Sotto di varj pretesti, ed in abiti contadineschi, alcuni de' suoi volontarj, nell'esercito nemico, egli sempre manteneva, che lo tenevano appieno istruito di quanto vi si operava.
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