Ed eziandio nel caso, che ferito, e preso dal nemico, non avesse pił speranza di salvarsi, per attossicare sč stesso, quel veleno serbava. In quelle poche notti, ch'ei non dormiva alla serena, si coricava vestito, senza mai torsi le pistole dalla cintola, nč lasciare il pugnale che, sotto l'abito, alla parte sinistra del petto, nascostamente portava. Mina chiudeva, ed assicurava sempre ben bene la porta della camera, e della scuderia, dove ad un breve riposo abbandonavasi. Tre ore di sonno erano per lui sufficienti, ed anche molte volte interpolatamente dormiva. Quando la sua camicia era sudicia, egli entrava nella casa la pił vicina, e lą, con una netta del padrone, cortesemente la cambiava. Onde pił facilmente poggiare per l'erta de' monti, e potersi pei ripidi ed angusti andirivieni delle loro sommitą, arrampicare; egli ed i suoi volontarj, calzavano certi sandali, alla foggia dei frati, in uso in varie parti di Spagna. Era il suo vitto, frugalissimo. Focaccia, ed acqua, per l'ordinario gli bastavano: ma di tanto in tanto, quando gli ne veniva il destro, alle spalle dei nemici moderatamente banchettava. La polvere da schioppo necessaria per la truppa, in una spaziosa grotta, sita nel centro dei monti, egli stesso fabbricava; e teneva in un villaggio segregato nel mezzo delle montagne, un'ospedale a spese dei Francesi di tutto il bisognevole, provveduto. Tentarono quelli varie volte di sorprenderlo, ma sempre indarno, perchč il cuore di tutt'i contadini, era pel valente difensore della loro patria, animosamente propenso.
| |
Spagna Francesi Mina
|