Che gli italiani siano più agili, svelti e forti camminatori dei barbari, non v'ha certamente chi lo metta in dubbio! Epperciò, esser loro dovranno nelle marcie, infinitamente superiori. Parlando il Botta di una spedizione comandata dal colonnello Tarleton contro degli Americani, che riescì felicemente, così si spiega: "Malgrado della stanchezza degli uomini e dei cavalli, dei quali alcuni, per questa sola cagione, erano morti, e del calore della stagione, radoppiò i passi, e tanto fù presta la mossa delle sue genti, che venne sopra il nemico in un luogo chiamato Wacsowes, trascorso avendo 105 miglia in cinquanta quattr'ore." Una simile marcia, essendo la truppa, spossata, deve molto rapida, certamente parere, ma se volgiamo l'occhio a quelle dei condottieri delle bande spagnuole, non ci stupiremo. E per non parlare di quelle del tempo della guerra dell'indipendenza, parecchie delle quali furono maravigliose, ci basti accennare fra le molte del generale(274) Milans nell'ultima guerra della libertà in Ispagna, quella operata contro dei faziosi apostolici, l'anno 1822. Incaricato quell'ottimo condottiero di scortare un convoglio fino al castello di Hostalrich, col battaglione, e corpo de' lancieri, ambi composti di proscritti Italiani, che tanto in quella guerra s'illustrarono, e con alcuni distaccamenti spagnuoli; tosto, dopo del suo arrivo in Matarò, fatto consapevole che un numero di faziosi, di molto più forte della sua colonna, lo aspettava nelle vicinanze del suddetto castello, per rapirglielo di mano, egli lascia il convoglio a Matarò; parte con la sua truppa; si porta a San Celoni; viene in dietro per Hostalrich, cade, all'improvviso, addosso ai faziosi in Pineda, prendendogli a rovescio, ne fà un generale macello, e se ne ritorna di volo a prendere il convoglio, che nel castello senza opposizione, introduce.
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