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      E per ciò conseguire, essi riuniranno forti corpi di truppe, dalla periferia al centro, quel determinato territorio irradiando, onde non possano le bande avere favorevole probabilità di salvarsi dalle loro mani. Ma i condottieri, che conosceranno tanto il terreno, e del pari coloro da cui saranno incalzati, che non perderanno mai speranza, nè mai saranno di risorse dal proprio loro genio create, deficienti, divideranno, ad imitazione del celebre Mina, la loro truppa in piccole colonne mobili. Queste in tante direzioni differenti, marcieranno; ma con istruzioni tali, che, se mai si presentasse una favorevole opportunità, si possa la loro riunione, in un punto stabilito, rapidamente operare. Sparpagliatisi quei drappelli per le montagne, sarà loro cosa facile di guizzar di mano al nemico, che pel'irregolarità del terreno per la scabrosità dei siti, non potrà mantenere una catena di correlazione fra un raggio, e l'altro delle truppe attaccanti, e sarà obbligato di tanto lontano, la linea estendere, che la sua forza, per numerosa che trovisi, non sarà, per coprirla, sufficiente, od altrimenti, dovrà tenersi concentrato senza che alcun'oggetto, il richiegga. In questo stato di cose, i nemici non anderanno d'accordo nelle operazioni da eseguirsi, si confonderanno, tituberanno, e prima che si decidano in qual maniera avranno da operare, e dove dovranno, per cercare la banda, che disparve, indirizzarsi, l'avveduto condottiero avrà già la sua truppa in un punto lontano, e fuori della scala delle loro operazioni, di bel nuovo riunita.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





Mina