Abbenchè terribile si fosse questa informazione, mangiò nulla dimeno, la truppa, il necessario suo frugalissimo cibo, e malgrado una dirotta, ed incessante pioggia, tornò indietro a Larrainzar, daddove Mina mandò la metà della forza, che gli rimaneva, a Bustan, ed egli stesso, col rimanente, misesi alla volta del villaggio d'Illarse in cammino. Questa separazione sebbene utile, non fù però, a diminuire il suo pericolo, sufficiente, perchè i Francesi, cosa di molto più importante, il possesso della sua persona sola, che la distruzione della truppa, giustamente stimavano. Epperciò stavangli strettamente alla pesta; da Illarse l'inseguirono fino a Villanueva in Araguil, dove Mina arrivò verso la mezzanotte, e partì alle due del mattino. Non più lungo fù in Echarri-Aranaz, il suo riposo, di là pel Puerto di Tizatraga si indirizzò al puerto di Lezaun, ed in quel luogo eziandio stavagli quasi addosso, il nemico. Giunse finalmente a los Arcos, ed il Francese stanco, e fuor di speranza di poterlo raggiungere, fece alto ad Estella, dodici miglia da lui lontano. Non perse Mina il tempo, richiamò le forze da Roncesvalles, e da altre parti dove le aveva spedite. Queste in pochi giorni riunironsi, ed occupa Estella, stata poc'anzi dai Francesi abbandonata. È forza ammirare la continua mobilità di questa banda, la costanza, e perspicacia del condottiero, l'ostinazione, e sobrietà dei volontarj, non meno, che la loro disciplina, la quale faceva sì, che con sollecita diligenza si recassero al tempo, e luogo prefisso, senza neppure, di andarsene alle case loro, far pensiero, dinanzi alle quali molte volte, per lo più, strettamente inseguiti, e per bande separate dispersi, dovevano, trasferendosi al destinato punto, passare.
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