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      Aborrirono essi l'idea, che il ritirarsi individualmente in quelle, sarebbe stato l'unico scampo cui si poteano
      appigliare. Tutto ciò, solo ad uomini che per la loro patria, pel bene comune combattono, richiedere poteasi, e dagli eroi potea unicamente operarsi. I patrii, e militari progressi di Mina, l'avevano portato ad un punto, che ogni nuova bella operazione, aumentando la sua celebrità, senza accrescere le sue forze, non serviva, che a metterlo in maggior pericolo. Imperciocchè il nemico, inasprito, faceva maggiori sforzi per giungere alla sua distruzione. Truppe furono mosse dall'Aragona e dalla Navarra, per inseguirle, e di giorno, di notte, nelle valli, e nei monti, doveano dargli animosamente la caccia. Il generale Harispe, con una divisione di tre mila fanti, e duecento cavalli, occupò i punti di Sanguesa, Galipienso, ed altri passi importanti nell'Aragona, ed il generale Panatier con un'altra divisione osservava la Ribera de los arcos, Estella, ed il suo circondario, e tre colonne mobili, per ogni direzione perseguitavanlo, e marciavangli addosso. Il primo pensiero dell'eroe navarrese, quando così davvicino trovossi circondato, si fù di baldanzosamente il nemico attaccare. Ma ben bene la cosa bilicando, troppo debole di forze si riconobbe. Per la qual cosa, dando le spalle al nemico, marciò pel Carrascal sopra Pamplona. Quando là vicino pervenne, due colonne francesi a poca distanza gli si affacciarono, ed egli immediatamente verso Lumbier contrammarciò. Harispe i suoi movimenti previdde.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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