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      Una banda che andando pei monti, e colline, s'incontri nell'avversario, potrà senza disperdersi, dall'inseguimento andar salva, quando non sia da quello strettamente circondata. Ed a tale effetto, dovrà il condottiero situarla per decurie, e per iscaglioni, presentando al nemico una fronte obliqua. Ogni scaglione di dieci uomini uniti col dorso in dentro, formante un gruppo rinserrato di figura tonda, farà fuoco alla sua volta. Il primo, dopo d'aver fatto fuoco, si volgerà la fronte addietro, e per la linea perpendicolare, si porterà rapidamente a collocarsi alla coda della colonna. Sarà quello dal fuoco del secondo, sostenuto, che rimarrà, fino a che il primo sia quasi alla metà della colonna. Quindi partirà, e sarà sostenuto dal terzo, e così seguitando, una banda potrà per lunghissimo tratto ritirarsi. Questi scaglioni di vetta, in vetta, di dirupo, in dirupo situati, cosa ben difficile ad un nemico, certamente sarà di poterli non solo distruggere, ma ben anche di loro avvicinarsi, e dovrà, per necessità della loro posizione, e della difficoltà del terreno, andare a rilento, e sarà infine dai medesimi bersagliato, e sconfitto, quante volte non lascia l'impresa, ed una prudente ritirata non intraprenda. Servaci, per compimento di questo capitolo, la esposizione della bellissima ritirata del mai sempre commendevole brigadiere Don Gervasio Gasca, nella guerra dell'indipendenza spagnuola, in che operò egli difficilissime marcie, contro marcie, e con somma gloria, finalmente a ritirarsi pervenne.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





Don Gervasio Gasca