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      Terrà dunque il condottiero, sempre fisso in mente, che deve sulle marcie e contro marcie, tutta questa guerra posare; si sovverrà, che con quelle, nel tempo della maggior potenza della republica Romana, i Parti dall'esercito di Crasso si liberarono, e resero quindi la gita di Antonio funesta e vergognosa; ei si sovverrà che con quelle, Arminio potè resistere all'esercito di Germanico, e la salute delle legioni di Cecina, sommamente mettere in forse; e che per ultimo, quelle diedero la vittoria a Napoleone, nelle pianure di Marengo, che unite al suo felice ardimento nel valicare il Pò a Piacenza, e l'Adda a Lodi, la strada a grandi, ulteriori, decisivi successi, gloriosamente gli aprirono, nel mentre che, allo sbaglio da lui commesso, nell'essersi(280) contro de' precetti dell'arte militare, sù di Milano anzicchè sù di Mantova, diretto, poser conveniente riparo. Da tali esempi ammaestrato, entrerà con sicurezza il condottiero, nei non ancora in Italia camminati sentieri di questa guerra, e potrà cogliere pregiatissimi frutti di patrio profitto.
     
     
     
      CAPITOLO III.
     
      VALICO DI FIUMI.
     
      Dovrà soventi volte al condottiero di una banda, senza dubbio, accadere, sopra tutto in Italia, la superficie della quale si trova in ogni direzione, e ad ogni passo, da fiumi attraversata, di essere dal genere della guerra, costretto or d'impedirne il valico al nemico, ed ora di doverlo per sè stesso effettuare. Oggetto dunque di gran momento, e degno della maggior attenzione, dovrà questo, dal condottiero essere considerato.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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