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      Imperciocchè non voleva Mina, coll'attaccare troppo presto, perdere l'oggetto, che si era proposto. Il grosso della truppa coi prigionieri, un numeroso convoglio di carri pieni di bottino, ed una delle carrozze, venne a poc'ora d'intervallo. Il battaglione situato alla sinistra, cominciò il fuoco, gli altri due dalla destra corsero addosso al nemico, e ne fecero una spaventevole generale strage. Gettaronsi, alla prima scarica, i prigionieri bocconi, per terra, evitando in quel modo, di cadere per mano de' loro stessi amici. Mina corse alla carrozza per salvare i passaggieri; i due uffiziali francesi rifiutarono di arrendersi, e colla sciabola valorosamente si difesero. Uno fù ammazzato, l'altro, che si chiamava il colonnello Laffitte, fù ferito, e fatto prigioniero in un con le donne; che accompagnava. Comecchè messi in confusione, e terribilmente maltrattati, i Francesi, con la celerità(289) d'una truppa ben disciplinata, ed esperimentata(290), furono in un subito riordinati, seicento fanti, cento cavalli del retroguardo, e l'altra carrozza, furono al primo fuoco mandati in dietro. La carrozza con la cavalleria si ritirò a Vittoria; la fanteria rimase, e si collocò sopra d'un'altura, da dove gli Spagnuoli che davano compimento alla loro vittoria, forte molestava. Dugento uomini della guarnigione francese di Salenas, vennero in soccorso dei loro compagni, ma furono respinti, e fino alle porte di quella fortezza, strettamente inseguiti. Il quarto battaglione di Mina giunse troppo tardi, per essere a parte della zuffa, ed i volontarj digiuni, e reduci da una marcia forzata di quindici ore; non dimeno, ad inseguire il nemico, pure ai commilitoni si unirono.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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