Calarono sull'istante i vincitori Tirolesi nel burrone alla corsa, per compire la vittoria, ammazzare i superstiti, ed impossessarsi del bottino, nella quale operazione, vecchi, giovani, donne, ragazzi e fino le bellissime donzelle, pur anche intente a distruggere il nemico del paese, vedevansi, soddisfatte, festevolmente accorrere.
Esposto da noi in succinto, come si possa il passaggio d'uno stretto, difendere, passeremo a trattare delle sorprese delle quali poco in questo capitolo ragioneremo, dovendone in quello delle fortezze, far motto. Non sarà peraltro mai disutile rammentare ad un condottiero, che può, negli avvenimenti della guerra, essere una banda, senz'aver torto, battuta, ma che sarà sempre da considerarsi colpevole, e degna di vituperio quella che si lascierà, in qualsivoglia tempo, sorprendere. Quindi, per quanto grandi, fastidiose, e picciole molte precauzioni parer possano; mai non saranno di troppo. E se ad un volontario potrà esser permesso di darsi, per un certo tempo, tranquillamente al sonno, ad un condottiero non sono leciti che brevi riposi, e questi presi con intervallo di tempo, nel giorno, quando il pericolo di essere sorpreso, sarà di molto lontano. Tre ore od al più quattro di sonno, nelle ventiquattro, debbono essere ad un buon condottiero bastevoli, dovendo avvertire, che il suo Secondo non riposi mai nello stesso tempo, ma che uno vegli, se l'altro dorme. Deve il condottiero farsi dappertutto vedere, tutto conoscere, senza che mai non sia la sua ora di riposo, conosciuta.
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Tirolesi
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