In breve poi tutto si riduce a che, un buon condottiero, deve tanto i suoi movimenti, quanto le sue posizioni, le sue marcie e fino le sue idee al nemico nascondere, nel mentre che per lo contrario, deve tutto ciò sapere di lui. In questo modo potrà sorprendere l'avversario, e non correrà il rischio di essere da quello, sorpreso.
Fra la sorpresa e l'imboscata, non havvi altra differenza se non che, nella prima, si marcia sù del nemico, e nella seconda si aspetta in un luogo coperto, e da lui non preveduto, al varco. Il generale Milans, nell'anno 1822, alla testa di una piccola colonna composta la maggior parte di proscritti italiani, ch'erano in Ispagna rifuggiti, per conclusione della contro marcia, di che nel capitolo secondo di questa parte già abbiam tenuto discorso, recossi alla sorpresa di Pineda. Giunto un'ora prima dell'alba, nelle vicinanze di quel paese, collocò il battaglione d'Africa sui contrafforti dei monti, che quella terra circondano, onde osservare gli aditi, e la fuga del nemico, per quella parte, impedire. La cavalleria, composta de' lancieri italiani, e d'alcuni tenui drappelli spagnuoli, fù nella pianura delle maremme, schierata. Eransi in quella notte, sette cento apostolici di alloggiamento in Pineda, in grande gozzoviglia e sollazzevole ballo (dato loro dagli abitanti del paese coi quali conveniano(295) nella opinione) con gran tripudio, intrattenuti. Aveane avuto Milans, dai suoi informatori, sollecito avvertimento. Era, sul suo finire, il festino, e già nel santuario, i bacchettoni apostolici alla messa congregavansi, quando Milans credè opportuno di dare alla sanguinosa divisata operazione, energicamente principio.
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