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      Formati in colonne d'attacco, preceduti dai corridori, entrarono gl'Italiani a bajonetta spianata, e dopo aver tutte l'esterne, ed interne guardie dell'ingresso in un baleno trucidate, giungono al centro del paese. Battono i tamburi, squillano le trombe, invitano alla carica, e stanchi gli apostolici dal ballo, dallo stravizzo della passata notte, scoraggiati, attoniti, ed in chiesa fra loro confusi, chi da una parte, chi dall'altra, corrono sonnachiosi a munirsi delle loro armi. Oppone la guardia principale della piazza, ostinata resistenza agli agressori, e dà campo ai commilitoni di rinvenir le loro armi. Malgrado ciò, assalita alla bajonetta gagliardamente, soggiace al vigore dell'attacco(296), e tutta perisce. Affoltansi gli apostolici, nell'uscire armati dalle loro case, nè sanno dove far testa, alcun luogo riparato per riunirsi non trovano; le colonne, ed i corridori colla bajonetta, e colla sciabola, gliene tolgon l'acconcio. Per ultimo(297) dai liberali, ferocemente inseguiti, si riparano tremanti nelle botteghe, e nelle case, e da quelle cominciano, per tutte le parti a sparare. In ogni strada, in piazza, nei viottoli, nei cortili, non odesi, che il fragore dei tiri di continuo, in ogni dove, spesseggianti. Arde il paese, passeggia la morte in una fornace; snicchiano dai loro nascondigli ad uno, ad uno, gli sbandati, sul limitare delle porte, nelle camere, nei balconi, etc., quanti ne incontrano sul posto, trafiggono. Senza più potersi difendere, spaventati all'idea dell'orrenda(298) fine, che lor si para davanti, trasportati dalla disperazione, pervengono i superstiti a riunirsi in un'angolo del cimiterio, da dove quell'affoltata torma in iscompiglio, agli aditi dei monti s'addirizza, perchè sguarniti di truppe li suppone, e spera potersi a salvamento recare.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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