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      Stava il generale congratulandosi con gl'Italiani sullo strenuo loro comportamento, ed esatta esecuzione de' suoi ordini, quando venne avvertito, che una decina d'apostolici, fra i quali alcuni capi, eransi nel campanile della chiesa rifuggiti. Vittorioso Milans, al cui cuore umano di proseguire lo spargimento di sangue, forte incresceva, immediatamente sul piazzale della chiesa, e sotto al campanile si trasferisce, ove colla promessa di salvar loro la vita, esorta quei miserabili ad arrendersi. In vece di rispondere a tali generose proposte, sparano coloro una schioppettata per ammazzarlo, ma per buona ventura sbagliano il colpo ed in vece sua, un Italiano, che al suo fianco gli serviva d'uffiziale d'ordinanza, cade morto sul posto. Milans da coś ostinata temerità, e dall'attentato contro sua vita, quand'egli con parole di pace lor prometteva la salvezza, giustamente irritato, dà ordine, che quegli ostinati vengano colla forza ad evacuare il campanile, costretti. Alto, e chiuso com'era, sarebbe stato un'attacco alla bajonetta, impossibile. Si decise dunque il generale, a fargli appiccare il fuoco, e furono in un'istante, tutt'i banchi, confessionali, ed oggetti(301) combustibili, in mezzo alla chiesa ammassati. Si chiusero le porte, e si accese la bica; il subitaneo crepitar delle volte dell'edifizio non tarḍ, l'effetto delle fiamme a palesare. Aperte le mura, e distrutte le finestre, bentosto le stridenti vampe annunziarono l'incendio generale. Ei fece arder le porte, che dal campanile davano adito al santuario, le stesse corde delle campane s'abbruciarono, il fumo era densissimo, nero, ed insopportabile.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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