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      Molte volte pure succede, che cadendo con impeto deciso, ed ardito addosso al nemico lo confonde, istupidisce, profitta del momento, e si salva. Di ciò in appoggio, può la condotta di Mina in simil(302) circostanze, valevolmente servirci. Avvenne, che un giorno, essendosi Mina alquanto dalla sua banda separato, con soli diciesette volontarj (locchè gli succedeva soventi, secondo il sistema di sparpagliarla, quando troppo strettamente si vedeva inseguito, o circondato), andò ad alloggiare in Sangaren, nella casa di un'abitante, dove, quando era di passaggio per quel paese, abitualmente si posava. Avutane contezza i Francesi, ch'erano in Huesca di guarnigione, ivi un distaccamento di dragoni, per sorprenderlo, immediatamente spedirono. Giunse quello al far del giorno, quando Mina, disposto a partire, con una tazza di cioccolato rifocillavasi. Avvertito dell'arrivo dei nemici, egli senz'armi, come si trova, corre alla porta del cortile, con l'idea di chiuderla; ma non appena vi giunge, che da due dragoni arrivati a briglia sciolta sul limitare della medesima, già la trova occupata. Questi alla sua volontà con vigore si oppongono; ed in tal frangente afferra egli una grossa stanga, che per assicurare la porta nella notte, serviva, la maneggia con destrezza, e tanto sulla testa dei due dragoni, come sù quella dei cavalli, vibra colpi terribili. Così perviene a talmente confonderli, che sono alla fine, di abbandonare la porta costretti, da lui immediatamente chiusa, ed assicurata.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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