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      Mina nel tempo della guerra dell'independenza, scriveva, che risme di carta non gli sarebbero bastate, per notare tutte le scaramuccie in ch'egli, e la sua banda furono le tante volte impegnati, perchè ogni giorno, ed anche due, o tre volte al giorno, di scaramucciare gli succedeva. Per mezzo della scaramuccia, si molesta, si spossa veramente il nemico, e si perviene a tanto infastidirlo, che perde alla fine il coraggio, e la volontà di far la guerra. D'uopo è dunque al condottiero di essere perseverante non men che sollecito nella ricerca delle occasioni, di frequentemente col nemico badaluccare. La perseveranza, dice il generale san Ciro, è il principio, e la causa di tutt'i buoni successi, la sola guarentigia della loro durata, la virtù la più rara, la più necessaria alla guerra la prima istruzione, ed il primo esempio che un capo debba alle truppe, cui comanda. Perseverare dunque nel molestare il nemico, a frequenti scaramuccie, obbligandolo, dovrà essere la principale cura di un condottiero. Dall'ostinazione proverrà la riuscita della nostra lotta; sconfitti, e dispersi quest'oggi, saremo dimani di bel nuovo riuniti per iscaramucciare. Dice Polibio al libro nono che: "L'ostinazione spossa il nemico e prepara il buon successo." Da quella sola, potrà l'Italia la sua(307) rigenerazione sperare. Quel carattere ostinato, che Mina dimostrò nella guerra dell'independenza, quello si fù che gli diede finalmente la vittoria. Nessun condottiero si trovava in una posizione più pericolosa della sua; erano tutte le fortezze in Navarra da truppe Francesi guarnite, che pure tutto il paese, che le circondava, possedevano.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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