In fatti, postosi in agguato, vicino al Carrascal, onde assalire il generale Reille, lo attaccò al varco, lo mise in piena rotta, ed a ritirarsi sopra Tafalla, lo astrinse. Ma quando inseguendolo, già era giunto fino al villaggio di Barasoain, tosto s'avvidde che Caffarelli retroceduto da Puente, era pervenuto a situarsi tra il battaglione comandato da lui, e gli altri due, di maniera che, se Reille si fermava nella sua fuga, e riuniva una parte della sua truppa, la colonna spagnuola si trovava in mezzo a due fuochi, locchè di fatti ebbe luogo. Quattro mila fanti, e settecento cavalli, che avevano un grande vantaggio sì(309) pel numero, come per la posizione, il prode Mina disperatamente attaccarono, ma per opra quel coraggio proprio a chi difende la patria con un'indicibile vigore, con la sola perdita di ventitre morti, quel condottiero, respingendoli, liberossi. Un distaccamento di usseri pervenne, in questo frangente, a circondare la sua persona, ed uno di loro gli vibrò un colpo, che non potè, se non, abbassandosi di lungo sul cavallo, evitare, il quale ad un tratto impennandosi, con uno slancio il fe'(310) balzare di sella. Rimessosi subitamente in piedi con tutta possa la diede a gambe. Per buona fortuna, il cavallo seguì il padrone, che in sella prestamente risaltò, e solo, inoltrandosi nel più folto de'(311) boschi, dagli usseri, che lo inseguirono fino alla notte, si salvò, i quali poi disperando di più rintracciarlo, indietro se ne ritornarono. Così il valente Mina, dopo d'avere per tre giorni, senza compagni, errato, di bel nuovo a Cerna ritrovò la smarrita banda.
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