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      Vogliam dire, ch'ei deve metterli nel caso, che se mai loro avvenga di cadere nelle mani del nemico, corrano gli stessi pericoli, anzi abbiano la certezza di dover tanto, quanto(318) egli soffrirebbe, soffrire.
      Quante volte non vi sarà più speranza di poter difendere la casa, chiesa, castello, etc., ed ogni mezzo a quell'uopo sarà stato esaurito, e con valore, la difesa fino all'estremo, prolungata, dovrassi il loco, di notte, dalla banda, quietamente abbandonare. I volontarj dovranno marciare in silenzio, nell'ordine il più serrato che sia possibile, col condottiero alla testa. Si cadrà sulla parte del nemico, che la più debole si consideri e se sarà d'uopo combattere, si dovrà solamente fare uso delle armi bianche, senza arrestare la marcia in avanti, onde non dar, col fragore dei tiri, nè avviso nè tempo agli altri posti di venirsi con quello attaccato, a congiungere e mettere al varco, impedimenti. Tosto superato il punto difficile, e con avvedutezza passato, all'uopo d'ingannare il nemico, che certamente manderà truppa in traccia dei fuggitivi, si dovranno i cammini meno conosciuti, e fuori mano, seguire. Se di essere circondato in in un villaggio avverrà e se tempo non mancherà al condottiero di fare una fortificazione passaggiera, egli trarrà dagli abitanti profitto se gli sono favorevoli, e se contrarii, li conterrà. Dei mezzi che saremo nel capitolo delle fortezze, per indicare e rispetto ai Comarchi, in quello del governo provisionale, ei trarrà profitto, e se, per mancanza di tempo, non gli sarà possibile di fortificarsi, li metterà, secondo l'esigenza delle circostanze, più o meno in pratica.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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