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      Solo del modo da eleggersi, quando una banda, saprà, che una eminente positura nei monti, da un nemico superiore in forza, trovasi circondata, ci rimane a trattare. Sarà cosa facilissima per un condottiero, che dalla sommità può l'arrivo del nemico attentamente guardare, mettere da lontano, la sua forza di quello, in ponderato calcolo, e le sue disposizioni osservandone, potere a tempo, la sua truppa in piccole porzioni dividere, o per individui sbandare, e quindi in un villaggio, bicocca, o punto qualunque lontano, fuori delle operazioni del nemico, spiarne i movimenti. Ben soventi di trovarsi in simili circostanze a Mina successe. Posero i generali francesi, varie volte ogni mezzo in opera, per distruggere quelle bande(319), ed in un bel giorno, la loro forza, (il numero di ventimila uomini eccedente, due mila cinque cento de' quali, erano di cavalleria,) da tutte le parti circostanti, all'intorno di lui, riunirono. Certo il condottiero di non poter sostenere l'attacco, al loro appressarsi, ma prima, che interamente la vetta, dov'egli si trovava, circondassero, divise in tanti piccoli corpi staccati, la sua banda, che con marcie, contro marcie e stratagemmi, pervennero il nemico a perfettamente schivare. Per giungere a questo scopo, fù loro inevitabile patir la fame e la nudità, non meno, che ogni genere di fatica e privazioni pazientemente sopportare, da quell'indomabile spirito di perseveranza, sostenuti, che dev'essere la caratteristica virtù dei popoli, che vogliano l'indipendenza e libertà del loro paese conquistare, virtù che gli Spagnuoli, in quella guerra, in un grado eminente possedevano.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





Mina Spagnuoli