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      Molte fortezze, ci dice il nostro Vacani, furono in quella guerra nella Spagna restaurate, e resero servigi importanti alla difesa generale, tali insomma, da dimostrare sempre più, quanto possa natura all'arte congiunta, nell'avvalorare gli sforzi generosi d'una paziente, e coraggiosa nazione.
      Stabilito dunque, che di sommo vantaggio, nella guerra di che trattiamo, sieno le fortezze, il conveniente modo di quelle prendere o difendere che in mano dei nemici o della nazione possano esistere; per quanto meglio ci fia possibile, ad esporre imprendiamo. Siccome non può un condottiero in questa guerra, finattantocchè colonne volanti o legioni di truppa regolare non siensi nelle provincie ordinate, avere a sua disposizione cannoni, nè macchine od utensili(334) necessarj per un assedio, nè le varie qualità d'armi riunire, che per la presa delle medesime, debbono l'una dall'altra in ajuto adoperarsi; nè avviene che per stratagemma, o per convenzione segreta con alcuni abitanti o difensori, potranno le bande, con successo, delle fortezze e propugnacoli, generalmente impossessarsi. Ed in fatti, deve degli stromenti necessarii ad un regolare assedio delle fortezze, un condottiero scarseggiare, nè può impedire, che vettovaglie non meno, che munizioni vengano in quelle, introdotte, nè far sì che per insopportabile inopia e rabbiosa fame sieno ad arrendersi costrette. Dovrà pertanto limitarsi di bloccarle, perchè quand'anche abbiano provvigioni a dovizia, desutile mai non sarà di tenerle in blocco e(335) con quello il nemico molestare, ed in continuo servizio ed inquietudine il soldato avversario mantenere.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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