In fatti quai sforzi inauditi non fece? Ecco come prosegue il giā citato autore:
Quello che pių de' far ammirare il sangue freddo, e la virtų dei cittadini, si č lo aver essi trincerato nell'interno della piazza, tutte le contrade, sbarrate le porte, e le finestre delle case, aperti tutti i muri con troniere, praticati passaggi difensivi dall'un punto all'altro, e trasformata ogni casa in ridotto, ogni convento in cittadella, o piazza d'arme, od arsenale, e fatto per tal modo dell'intiera cittā una rete di forti inestricabile, essendo sodamente stabilito nella mente dei difensori di non rendersi nč alla perdita del primo recinto, nč a quella del primo, o second'ordine di ostacoli interiori, nč ancor che ristretti in poca parte della cittā, ma di farsi agli estremi buon riparo di questa, per passare sull'altra riva dell'Ebro nel sobborgo parimenti trincerato, ed ove prolungar non si potesse la difesa, uscire al campo, per quel lato men coperto da nemici, evadersi, e raccogliersi ne' monti a nuova guerra." Dalla pertinacia di quella difesa non men che da quella di Gerona, puossi toccar con mano quanto sia di sostenersi una fortezza capace, ove i cittadini colla truppa concorrono. Valgaci quanto dal generale San Ciro, rispettivamente a questa seconda piazza, viene alla pagina 285 del suo giornale, esposto, onde la nostra asserzione corroborare: "Le pių belle difese fatte dalle truppe, non si avvicinano a quelle eseguite dagli abitanti, quando per un fanatismo qualunque, i loro occhi sono stati chiusi a tutt'i pericoli ed il cuore di essi, ad ogni timore.
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Ebro Gerona San Ciro
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