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      CAPITOLO IX.
     
      DELLE COLONNE VOLANTI E LEGIONI.
     
      Se non havvi sulla certezza del felice risultamento della guerra per bande punto a dubitare, certo egli è però che per natura sua, oltre di essere penosa e lunghissima, perchè devono le bande solo in piccoli combattimenti di quasi certo vantaggio, con minor perdita per parte nostra alla distruzione del nemico attendere; deve da tutto questo avvenire, che ben di raro, e fors'anche mai, si presentino quei casi, che con un brillante attacco, con un'operazione anzi temeraria, che ardita, un combattimento decisivo s'impegni, che porti ne' suoi resultamenti la liberazione immediata d'Italia. Le bande non dovendo dipendere dai magistrati locali stabiliti nelle provincie, cantoni, distretti, etc., ma solo dal condottiero supremo per le operazioni combinate; non potranno avere la forza necessaria e continuata per eseguire tante numerosissime incombenze che ancora per accelerare il bene della patria, rimangono. Sono esse in fatti e debbono esserlo, di quella convenevole stabilità, onde far obbedire ai ritrosi ed i malevoli annichilare, deficienti. Sebbene a quest'uopo debbano pur tutte le bande essere intente; ciò non pertanto il sistema generale di questa guerra, che ad una continua mobilità le costringe, impedisce, che possano quelle operazioni effettuare, la di cui riuscita dipende da una lunga permanenza in un luogo, e dalla riunione delle varie armi che sostenendosi a vicenda, debbono concordemente operare.
      Conobbero gli Spagnoli questa verità nella guerra dell'indipendenza, ma non seppero tosto acconciamente al buon successo indirizzarsi.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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