Tutti anelanti, non temono, che il riposo, e l'inerzia: ognuno ha presto il suo schioppo onde dalle finestre, tetti, e feritoie a bella posta nel muro della casa praticate, a danno dei nemici del paese e a tempo, valersene. Tutte intente si mirano la madre, la zia, la nonna a riunire vettovaglie, a fare d'ogni sorta di camangiari copioso ammanimento, a preparar filaccie, bende, e medicamenti pe' feriti, ad abbracciare e benedire i loro figli, che alla difesa della patria s'avviano, cui il sacro dovere impongono di morire se loro non arriderą la fortuna e di poter quai veri Italiani liberi ed independenti, nel seno della famiglia ritornare. I ragazzi, le fanciulle assise per terra a fare giorno e notte cartocci, menano della patria ventura, lieta festa, e mentre le mani sono al dovere impiegate, il cuore volto pure alla patria, le move con soave incitamento al canto, e con dilettosa gioia, da quelle ingenue e vezzose bocche vengono inni pel buon successo della causa italiana articolati, e pateticamente intuonati. Attenta la fedele consorte a riempire la bisaccia del marito, gli promette nello stesso tempo di non restare passiva spettatrice de' suoi pericoli, ma di cogliere pur essa il destro di essere utile al suo paese: la moglie, il marito, le sorelle, i fratelli, le innamorate, gli amanti, le amiche, gli amici, la madre ed il padre, esortano i campioni della patria independenza a valorosamente per essa combattere, a salvargli dalle mani dello straniero e dei tiranni, o di gloriosamente morire.
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Italiani
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