Conoscendo inoltre essere quegli uffiziali inclinati a gareggiare a chi più beva ed amatori dei più famosi vini, ne fece di varie qualità e dei migliori provvista. Quindi con una chimica preparazione da lei all'uopo ritrovata, che senza dargli cattivo sapore, nè cambiargli il colore, nel vino infondere potevasi, l'avvelenò tutto quanto unita poscia un bel giorno a mensa la giuliva brigata, la madre e la figlia a gara l'un l'altra a gavazzare sforzandosi, varie e varie volte co' stranieri bevettero, ed or con questo, or con quello, or con tutti assieme facendo brindisi, con tali soavi modi, ripetute volte indussero quegli uffiziali l'avvelenato liquore a traccannare. Ma non appena giunti alla metà dello splendido convito, i dolorosi effetti del veleno cominciarono negli uffiziali, che più delle donne avevano bevuto, a farsi con violenza sentire. Il pallore del viso i contorcimenti del corpo, lo stralunamento degli occhi, la lingua balbuziente, la parola, che in ogni atto loro moriva fra i denti, a chiare note indicavano il momento della vendetta essere giunto. Rizzatasi allora in piede la valorosa donna in cui pure gl'indizj della vicina morte manifestavansi, coll'accento di appassionata e spaventevole gioia, in queste voci ruppe che furono, anzi che parole, fulmini sterminatori, agli animi dei confidenti commensali. "Alfine, disse, la vendetta è compiuta: a voi crudi oppressori del mio paese un sol quarto d'ora di vita più non rimane. È misto al dolce vino da noi tutti bevuto, un violentissimo veleno: sono ben serrate le porte, affinchè nessuno uscir possa, e da noi, quanti siamo, sarà in questo luogo, l'ultimo sospiro esalato.
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