Era l'abituale sua residenza, una caverna nei monti ove i poveri abitanti delle parti adiacenti, nella speranza di trovare come realmente trovavano, una perfetta securità, sotto la sua protezione, in folla rifuggivano.
Un'abitante di Ceballa, guatava sempre l'opportunità di poter un qualche nemico trar dal mondo, ed ogni qual volta un distaccamento francese di passaggio in quel paese giungeva, tosto portavasi egli sulla piazza, ed i soldati nemici ad accettare l'offerta della sua casa, senza di più stancarsi nell'attendere il biglietto d'alloggio, affabilmente invitava. Spossati quegli uomini d'arme dalle giornaliere fatiche, cotale spontanea esibizione, d'uno da loro, partigiano di Francia riputato, con piacere accettavano. Egli, e la sua famiglia con somma cortesia loro preparavano la cena, e con spiriti, e vini aromatizzati, a poco a poco gl'inebriavano. Quando poi a' pieni di vino, giungeva il sonno profondo, in compagnia del suo figlio, senza che gli altri se n'accorgessero, dalla casa, uno alla volta di straforo estraeva. Quindi spogliatigli, portava i sonnolenti alla sponda del Tago, dove il cominciato sagrifizio sanguinosamente consumava. Toccò una sera tal vicenda ad un Francese affatto ancora non ubriaco siccom'era creduto, e che i suoi sentimenti tuttavia conservava. Avvedendosi quegli alla sponda del fiume del progettato omicidio, nella speranza di potere al nuoto giungere a Malpica, fortezza in fronte dell'altra parte situata e presidiata da guarnigione francese, d'un salto nel Tago si slancia, ma non tralascia l'ardente Spagnuolo il suo ardimentoso progetto.
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