Stabilirebbe forse il Signr Lemiere per massima, che debbano nel tempo di pace gl'ignoranti e codardi dominare, gli uomini forti, retti ed illuminati restare oppressi? Egli suppone per verità, che inaspettate circostanze, le sue forze ad un(396) tempo, e la sua potenza arrestassero: locchè a nostro parere, suppone già invaso il territorio, o già l'esercito fuori di quello, battuto, oppure la pusillanime fuga dei principi come quella di Luigi XVIII e del conte d'Artois nel 1815 al tempo dello sbarco di Napoleone, e le fughe nelle passate guerre(397) del tiranno di Napoli in particolare, e di tutti quei picciolissimi re, duchi, e principi, che si occupano con indefesso(398) studio, le sostanze italiane a divorare. In qualunque di queste circostanze, noi portiamo opinione che dovrebbe cessare di esser re, colui che non volesse o più non potesse dirigere la guerra, ma non mai quella giunta nominare: e come mai possa questa e non il re, sostenersi, e tutto il gran movimento, regolare, non comprendiamo. Molte obbiezioni ancor più forti alla mente ci si presentano, ma una troppo lunga digressione, inutile pel nostro soggetto parendo, solo a rispondere alla nota della pagina 112 del trattato suddetto, ci limiteremo, ove dice l'istesso scrittore: "Dovrà senza dubbio quel consiglio centrale, essere stato nominato dal governo e da quello averne ricevuto il potere, altrimenti essere in ogni paese incivilito, un corpo incostituzionale, poichè i suoi membri non avrebbero nessuna legale missione per formare un governo provvisorio.
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