L'Alcalde di Casares nell'Alpujarra di Granata, acceso da quel santo entusiasmo, che solo può venir dalla libertà ed indipendenza della patria generato, sì tosto sepp'egli essere la Spagna da Napoleone invasa, e già i Francesi per porre nel paese da lui amministrato, il piede; sulla pubblica(403) piazza, tutti gli abitanti del villaggio ragunati, ad intraprendere una guerra mortale e continua contro il nemico esortolli. A quel veemente e ardimentoso invito, un grido generale di approvazione levossi, e tutti a seguirlo indistintamente si disposero. Spettacolo maraviglioso! Ed il cuore d'ognuno, per duro che fosse s'inteneria nel vedere migliaia d'abitanti, dal pallido e cadente vegliardo fino al vezzeggiante fanciullo, tutti tutti d'armi, vettovaglie, suppellettili necessarie, intenti a caricarsi. Chi in un'angolo le soprabbondanti vestimenta, provvigioni di casa abbruciava, chi nell'altro, mobili, carrozze, carri e letti spezzava: chi le botti degli squisitissimi vini di quelle contrade, rovesciava al suolo sino all'ultima goccia. Infine tutte quelle cose, che incapaci di trasportarsi avrebbero potuto servire al nemico, distruggeano. Vecchi, giovani, fanciulli, donne, chi di schioppo(404), chi con pistole, chi collo spiedo, chi con forcone e chi finalmente altro non avendo, con stanghe, o bastoni, ciascuno sotto il peso della soprassoma, che porta sulle spalle curvato; tutti del loro padre e loro condottiero, l'alcalde, inni cantando dall'amor di patria ispirati, al seguito s'incamminarono.
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