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      Ma per giungere a tale scopo, dovranno senza dubbio le bande essere dal condottiero supremo con maturo calcolo e previdenza dirette. Resterà sempre a quell'uomo fitta nella memoria, quella massima di guerra da tutt'i maestri dell'arte, ripetuta: "Non basta potere con vantaggio il nemico assalire, ma debbesi da un buon capitano eziandio conoscere il modo di mettersi de' suoi attacchi al sicuro."
      Quando volgesi alla tattica il pensiero, è incontrastabile, che venga dai combattimenti la guerra, constituita, e dalla riuscita di quelli la sorte degl'imperj dipenda. Non è per altro men vero, che potrebbesi nel sistema della guerra d'insurrezione per bande, senza essere indispensabile di combattere, un'uguale risultamento asseguire. Pur non dimeno, sia per un'errore di calcolo nelle marcie, o per false informazioni, o per isbaglio, o per fretta di più prontamente la quistione decidere; quante volte nel combattimento un vantaggio reale apparisca, sempre accade che in questa guerra pur anco vi siano affrontate, più rare al certo che nelle altre guerre, ma che scansar non si possono. Dato per tanto non essendo al condottiero d'evitare il combattimento, dovrà in modo regolarsi di non venire a quello, purchè non si conosca forte abbastanza, anzi superiore all'avversario, ne' mezzi. Non mai dal condottiero ardito e prudente sarà temuto, nè disprezzato il nemico! Le varie bande riunite, saranno in corpi divise, onde reciprocamente al tempo della mischia si sostengano. Non mai dimenticando la massima, che fra i due guerreggianti, quegli sarà sempre vincitore, che, l'ultimo, avrà truppe fresche da far entrare nella lotta; terrà sempre il condottiero preparata una valida riserva, pel combattimento, all'uopo, rinforzare.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508