Immediatamente formando una colonna composta tutta di animosi guerrieri, frà i quali brillavano gl'Italiani, come al solito in prima linea, ordinò che si mandasse, e sotto il comando del colonello Fernandez, a rinforzare la guarnigione di Figueras, mandolla. Ch'ei volesse pur anche far cadere quella piazza in potere del nemico, fece credere a molti. Siccome si trovava quella piazza in penuria di grasce, così un rinforzo di bocche non potea che distruggere le poche residuali vettovaglie ed affrettarne la reddizione. Pertanto la spedizione di mille ottocento uomini si mosse, dal menzionato colonnello comandata, di cui erano integrante parte gl'Italiani sotto gli ordini del prode colonnello Pachiarotti che alla testa di tutti marciavano, preceduti da una compagnia d'uffiziali col titolo di sacra, che apriva la via: ed in tutto, un battaglione di granatieri, ed un piccolo corpo di lancieri, formavano.
Imbarcatasi nel porto di Barcellona, i militi sù varj piccoli legni disposti, in gran silenzio, per mezzo alle navi francesi che bloccavano il porto, senza essere scoperti felicemente passarono(441), e giunsero salvi nelle vicinanze di Arenz de Mar dove approdarono. Tosto sbarcata la divisione, immediatamente(442) s'imbattè in otto carri del nemico guidati da soldati del treno, che dal trasporto di vettovaglie retrocedevano: furono gli uomini sugli stessi legni della spedizione, inviati prigionieri a Barcellona, e distrutti quei carri, i cavalli all'uso della colonna, si destinarono.
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