Raggiunto il nemico, urtansi le schiere; cozzano con violenza fra loro le avverse bajonette, ed ecco tosto i franco-apostolici dalle due fortissime posizioni scacciati, e per opera de' soldati della costituzione che neppure un colpo spararono, eccoli strettamente inseguiti. Ma non è compiuto il trionfo: incontra l'ala destra una forte resistenza alla terza posizione, dove trovasi Damas, che inviperito, fuori di sè, fa ogni sforzo pel ristabilimento della giornata. Richiama Fernandez la cavalleria, ed in ajuto dell'ala in pericolo, di galoppo la invia. Giunti di volo da presso al luogo dove ferve la mischia, danno i lancieri ai loro cavalli carriera, ed una gagliarda carica spiccano a fondo: spingonsi con furioso impeto addosso, rovesciano; calcano, incalcianno ed oltrepassano finalmente la linea. Dieciotto lancieri italiani cadon trafitti, ma la vittoria è pur d'essi. Sbaragliati in tutte le lor positure i Francesi, veggonsi i malcondotti vessilli dell'inquisizione e dei gigli, ambi contro la costituzione riuniti, cadere vinti nel sangue ed ecco l'Italo-Ispana colonna, del campo di battaglia meritamente signora. Mille cinquecento uomini del nemico, in quest'azione perirono: il generale Damas si salvò per fortuna. Imperciocchè di cadere fra le mani de' lancieri italiani, che lo stringevano in mezzo, corse non leggiero pericolo, e dovè ad un'errore, lo scampo. Due de' suoi ajutanti di campo furono colpiti, uno morì sul posto, e l'altro rimase gravemente ferito(444), e parimenti un gran numero di uffiziali.
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