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      La compagnia sagra combattè con maraviglioso ardimento e ferocia. Sempre la prima ad affrontare il nemico senza(445) intrattenersi a rispondere al suo fuoco, impetuosamente alla bajonetta se gli avventava, quei soldati a brani tagliava, e dopo grande rovina, delle lor posizioni s'impossessava. In questo modo, mille ottocento uomini affaticati, e da otto continui giorni di, sole radici e poche patate in fretta prese lungo il cammino nei campi, miseramente nutriti, non avendo avuto altro che semplice acqua per bere, male armati ed equipaggiati(446), misero più di sei mila franco-apostolici di truppe fresche, fornite a profusione di tutto il necessario, in piena rotta, a gran vergogna di essi, e sopra tutto del generale, che per restaurare i roghi di Torquemada, ed il tiranno Fernando, con tanta imperizia pugnava. Ottenner la fine dei forti, combattendo, molti uffiziali italiani fra i quali il prode colonnello Pierleoni, ed il capitano Francescoli: spezzata una gamba da una palla di schioppo al capitano ajutante maggiore Ruggeri, questi a togliersi piuttosto da sè stesso la vita determinossi, che lo scorno di cadere nelle mani d'un abborrito nemico, a sopportare. Sciolto ad aperto il suo sacco, ne tolse con maravigliosa serenità un rasojo, poscia gl'infuocati sguardi verso la cara Italia volgendo, colle estreme parole, dicea: "A voi, o Italiani, che in patria rimaneste, e per cui moro, a voi tutti impongo di vendicare la mia morte sui tiranni che me l'han cagionata. Sia così la mia vendetta da voi col sangue compita, e la vostra futura felicità per secoli assicurata!


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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