Ciò(447) proferito, coll'accento di cordoglio e d'intrepidezza, l'arma fatale gli aperse le vene della gola, e col volto, co' pensieri all'Italia rivolti, a poco a poco abbassò gli occhi, che si velavano e perduto ogni senso, lasciò l'ultim'aura di vita. Il capitano Cassano e molti altri furono sul campo gravemente feriti. Ma benchè grande sia stato l'eccidio delle genti libere, fù però a quello degl'invasori, di gran lunga inferiore. Congregò Fernandez nella notte i capi di corpo: la sua volontà di marciare sopra Figueras e di penetrarvi, com'eragli stato dal generale ingiunto, fè lor manifesto. Ma si opposero a tal proposta i comandanti, lo stato derelitto della loro truppa, inopportunamente in lor sostegno allegando. Il solo colonnello Pacchiarotti affermativamente rispose, dicendo che il corpo italiano, a marciare il primo, e ad aprire colla forza la via, come quello ch'era sempre ad attaccare ed a ferire disposto, volontieri offerivasi. Ma ben calcolata la cattiva volontà degli altri, pensò Fernandez di rimanere sul luogo, rinunciando al progetto anteriore.
Mossasi all'indomane alle quattro del mattino, la divisione alla volta di Llers, riconobbe al suo arrivo colà, con forte maraviglia, che il nemico trincerato, e da rinforzi ricevuti da Gerona e dalle frontiere della Francia ascendenti a circa dieci mila uomini di truppa fresca, con due nuove batterie d'artiglieria, notabilmente fortificato, sulla difensiva in allunata positura, fermo attendealo. Non potè Fernandez, per la ristrettezza delle sue forze, dal precedente fatto d'arme appiccolate, che una sola colonna d'attacco formare, ed al fine di pervenire ad aprirsi un varco, stretta in massa, contro al centro nemico la spinse.
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