Potrebbe sospettarsi, e per avventura stimare, che avendo lasciato scorrer l'Italia il gran momento di risurrezione, quello non sia per tornare, e che il destino abbia decretato per essa, sempiterna ignominia.
Ma lo stato morale d'Italia profondamente osservando, si può un chiaro veggente accertare, che le idee generose, i forti sentimenti, le massime italiane, si sono dopo quell'ultim'epoca calamitosa, di molto estese, addensate e rinvigorite. Laonde debbesi ogni dubbio, che non siano gl'Italiani attualmente, per essere a qualunque sagrifizio ed ardita risoluzione disposti, affatto dileguare. Rispetto poi al momento, grazie rendiamo alla provvidenza, che vedendo averlo noi, forse perchè in quel tempo della opportuna attitudine a quel grand'uopo privi eravamo, lasciato le tante volte sfuggir di mano; un'altro volle pur non dimeno e più propizio e più alle nostre fortificate opinioni adattato, farci al fin sorgere. In fatti, qual più favorevole momento di questo, potrebbesi all'Italia, pell'esecuzione del gran disegno, offerire, mentre alle porte di Trabisonda e di Costantinopoli, è lo Czar delle Russie al momento d'insignorirsi della calpestata corona dei Comneni e Paleologhi? Quindi, signore del Bosforo, dell'Ellesponto, etc. può mettere l'Austria, l'Inghilterra e la Francia nella tristissima situazione di dover da suoi cenni, pell'avvenire, dipendere. Ma per ora, dovendo colà tutta la sua cura e forze rivolgere, non potrà le masse de' suoi sgherri, in sostegno dei nostri tiranni, dalla Scizia in Italia inviare!
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