Vorremo noi occasione così bella, così opportuna, così certa occasione, sconsigliatamente tradire? Italiani! la voce ascoltate di un amico sincero e verace che vi dice ciò che(453) consultando voi
stessi, vi troverete nel core: "Il gran momento è venuto." Voi afferrarlo dovete, od altrimenti, la miseria, rovina e degradazione, pena di codardia, in ogni parte della penisola tanto invidiata e favorita dal mondo, saranno inevitabili. Ecco allora il perpetuo, il meritato destino di quella patria, cui consacrar vi dovete!
All'armi dunque, all'armi uomini, in cui batte un core italiano, uomini che sentite nel petto quel palpito generoso che creò Scipione e Camillo: l'ora di spiegare il vostro valore e la vostra costanza, è di bel nuovo arrivata, ma l'occasione, chi mai l'ignora? è fugace: l'ultima forse che vi si presenta, o Italiani, propizia. Essa vuol esser presa di volo. Guai a noi se ancora questa lascieremo fuggire! Guai ai nostri figli, se non ci avventiamo in oggi a spezzar le catene che ognor più ci pesano! peserà sù di noi la maledizione de' figli, e meritata maledizione! Piangeranno essi di non possedere quell'occasione, che la nostra codardia ci fè trasandare. Noi saremo derisi ed esecrati dai nepoti nel corso delle generazioni. Italiani, correte senza indugio alla lotta! Leggonsi in questo trattato i mezzi che al successo conducono. Quegl'infingardi non ascoltate, che per vivere mollemente nel lusso a prezzo del pianto, del disonore de' popoli, per bagordare senza risparmio, in braccio alla lussuria, in sontuosi banchetti, e gavazzare colle vostre sostanze; l'abbandono de' nostri diritti esser saviezza e la viltà prudenza, a persuadervi s'accingeranno!
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